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Barghouti è un assassino, non il Mandela arabo
Reporters sans Frontière organizza per il 27 gennaio, in collaborazione con il quotidiano Libération, un’asta di beneficenza per finanziarsi; dove? A Parigi. La mostra avrebbe messo in vendita alcune prime pagine di Libération, rivisitate da artisti.
Fra le altre, la prima pagina di un numero del 2004 annunciava il funerale di Yasser Arafat, con una kefiyah e la scritta “E ora?” interrogandosi su quale esponente palestinese avrebbe potuto succedergli. L’artista Ernest Pignon-Ernest ci ha aggiunto un ritratto di Marwan Barghouti con la didascalia: “Quando nel 1980 feci il ritratto a Mandela mi dissero che era un terrorista.”
L’Ambasciata israeliana in Francia lo ha ritenuto inaccettabile, ed ha chiesto che la copertina non fosse esposta. La casa d’aste ha ritenuto fondata la richiesta ed ha tolto il ritratto dalla vendita. Reporters sans Frontières per protesta ha ritirato tutte le altre “opere” esposte. Il quotidiano Le Monde chiama “censura” l’accaduto e sottolinea l’ironia del fatto che proprio una censura abbia interrotto una raccolta di fondi in favore della libertà di espressione. Precisa che mai, in passato, l’esposizione di opere di artisti come Jacques Villeglé, Laurent Grasso, Tania Mouraud, Robert Combas, Jean-Michel Alberola, Jean-Michel Othoniel, Invader, Zevs, Nils-Udo, Joana Hadjithomas & Khalil Joreige abbiano subito un simile trattamento e descrive Marwan Barghouti come “figura emblematica”, laica (è sempre utile sottolinearlo, come mettesse al riparo da ogni sospetto) che lotta da sempre per “il ritiro completo di Israele dai territori occupati nel ’67”.
Chi è questa “controversa e laica” figura di combattente? Barghouti è nato a Ramallah nel 1959 e fin da giovanissimo entra a far parte di Fatah. A 18 anni il primo arresto. Partecipa alla prima intifada del 1987. E’ espulso in Giordania e torna in Israele dopo gli accordi di Oslo, nel 1994.
Nel 2000, la sera prima della famosa “passeggiata” di Sharon al Monte del Tempio, ottusamente considerata dall’Occidente la causa della seconda intifada, come fosse possibile organizzare “spontaneamente” un evento del genere, Marwan Barghouti apparve nella sua veste di capo del gruppo armato Tanzim, alla televisione palestinese, annunciando l’inizio della seconda intifada. La moglie di Arafat, Suha, lo confermò il 16 dicembre 2012, alla tv di Stato di Dubai: “La seconda intifada era stata preparata da mesi, da Arafat” e da Barghouti che in diverse occasioni aveva cercato di accusare Arafat di voler “normalizzare” i rapporti con Israele.
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Mi permetto una piccola correzione: la guerra terroristica impropriamente chiamata intifada era in preparazione non da mesi, ma da anni http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/2006/09/29/passeggiata_intifada.html (leggere il commento 17, di Giacomina). Se il cannocchiale non dovesse funzionare, come frequentemente succede, bisogna riprovare più tardi.